venerdì 2 febbraio 2018

«I due si dilettarono di racconti l'uno all'altra narrando...»

τὼ δ' ἐπεὶ οὖν φιλότητος ἐταρπήτην ἐρατεινῆς,
τερπέσθην μύθοισι, πρὸς ἀλλήλους ἐνέποντες,
ἡ μὲν ὅσ' ἐν μεγάροισιν ἀνέσχετο δῖα γυναικῶν
ἀνδρῶν μνηστήρων ἐσορῶσ' ἀΐδηλον ὅμιλον,
οἳ ἕθεν εἵνεκα πολλά, βόας καὶ ἴφια μῆλα, 
ἔσφαζον, πολλὸς δὲ πίθων ἠφύσσετο οἶνος·
αὐτὰρ διογενὴς Ὀδυσεύς, ὅσα κήδε' ἔθηκεν
ἀνθρώποισ' ὅσα τ' αὐτὸς ὀϊζύσας ἐμόγησε,
πάντ' ἔλεγ'· ἡ δ' ἄρα τέρπετ' ἀκούουσ', οὐδέ οἱ ὕπνος
πῖπτεν ἐπὶ βλεφάροισι πάρος καταλέξαι ἅπαντα.
«E i due, quando ebbero gustato il dolce amore, si dilettarono di racconti l'uno all'altra narrando: lei, luminosa fra le donne, quanto in casa aveva sofferto osservando lo stuolo pernicioso dei pretendenti che per causa sua sgozzavano molto bestiame, vacche e pecore floride, e molto vino si attingeva dagli orci; lui, il nobile Odisseo, diceva quanti lutti inflisse agli uomini e quante pene egli stesso patì, ed ella godeva ad ascoltare né le cadeva sulle palpebre il sonno prima che ogni cosa ebbe narrato».
(Odissea XXIII, 300-309; trad. F. Ferrari)
Con il prossimo mercoledì termineremo, insieme ad Ulisse e Penelope, il nostro viaggio fra le narrazioni che ci hanno, finalmente, portato ad Itaca.

Nessun commento:

Posta un commento

Ulisse, cura anti apatia

Varrebbe la pena di leggere questo intervento di Alessandro d'Avenia , che rimescola attualità e passato. E lancia una proposta per un...