giovedì 30 novembre 2017

29 novembre – alla ricerca di Telemaco

 qualche filo di lettura

Classica l’impostazione “formulare” dell’esordio del poema. La prima parola è l’argomento dell’intera narrazione: è l’uomo, àndra (accusativo maschile singolare di anèr, uomo), non c’è bisogno di nome perché l’aggettivo che lo connota,  polytropon “ingegnoso” o “che molto ha vagato”, definisce da subito il protagonista, Ulisse.

È un testo poetico, frutto di rielaborazioni che, a volte, lasciano intravedere “scuciture”, errori, incongruenze. Per quanto sia un lavoro di tante persone, sono proprio le imperfezioni che testimoniano il condensarsi di materiali di diverse origini, “fusi” in una narrazione organica.

Abbiamo sottolineato il ruolo centrale della narrazione, del canto: la vicenda che stiamo ascoltando è racconto anche di se stessa. E nella storia che noi sentiamo cantata (erano gli aedi, dei cantori, a recitar-cantando il testo che stiamo leggendo) ci sono le storie stesse che la muovono. Chi canta, racconta le vicende dei ritorni di cui è stato protagonista o di cui ha sentito narrare. E la musica ed il canto, che accompagnano i banchetti, sono l’elemento costitutivo dello stare bene insieme, nel vincolo di vicinanza e di ospitalità.

L’ospitalità è sacra: è principio cardine degli uomini che rispettano il proprio ruolo e che, a colui che si trova lontano da casa, offrono se stessi e la propria dimora per rinforzare o far nascere vincoli e legami. E un segno con-diviso, il symbolon, testimonia concretamente questo legame. Supera il tempo e permette anche agli eredi ed ai figli di essere certi di quanto accaduto e di far proseguire il legame di ospitalità.

Negano l’ospitalità i proci, che a Itaca si comportano come predatori: dissacrano la reggia di Ulisse, violano ogni dovere di ospitalità e rendono ulteriormente triste un’isola che, abbiamo notato, non brilla per la sua bellezza. I proci, nella ricerca del piacere, consumano esistenza e risorse; Penelope, non la più santa delle donne, vi si oppone, rinviando per quanto possibile il suo triste destino; Telemaco sembra rassegnato.

È Atena che smuove Telemaco: lo esorta a crescere e a non subire la situazione. Sono gli dei che agiscono nel mondo e che, spesso, giocano con le vite degli uomini. Il ritorno di Ulisse è ostacolato per una sua colpa per cui un dio vuole vendetta; il viaggio di Telemaco è avviato, e programmato…, per intervento di una dea che è vicina ad Ulisse e si dispiace per il suo destino.

Ulisse è ad Ogigia, l’ombelico del mare, una sorta di contraltare di Delfi, l’ombelico del mondo dove saggezza e misura, nel segno di Apollo, regnano come principi. È Calipso (la dea che nel nome evidenza il nascondimento, la dimenticanza) a custodirlo ed a renderlo “lontano” dal ritorno (nòstos) che invece è toccato a molti di coloro che, con lui hanno combattuto a Troia.

Ed Elena, la causa della guerra, incontra Telemaco in una reggia, quella di Sparta, che risplende del decoro e della ricchezza della presenza di un re. Elena è una donna che porta in sé la consapevolezza della colpa di cui s’è resa causa: le sofferenze, passate e presenti, di Telemaco e di tanti altri sono figlie del suo desiderio, della sua passione amorosa.

Altri, anche eroi, non sono invece riusciti a tornare a casa: il loro nòstos non s’è compiuto. C’è chi è stato vittima della propria ingordigia, chi della propria empietà, chi della propria hybris, la tracotanza/arroganza che è superamento dei limiti, eccesso di autostima, smodata fiducia nelle proprie capacità. Peccano di hybris i proci, che violano Itaca e la sua reggia, profanandola.

Quando Telemaco se ne allontana, il suo viaggio non gli rivelerà, per le parole dei suoi interlocutori, l’oggetto della sua ricerca: la verità sul destino del padre, preannunciatagli da Atena nel suo incontro sotto mentite spoglie (perché gli dei si accostano agli uomini in forma di uomini…), non trova risposta diretta. Il suo viaggio è, al contempo, inutile per l’oggetto diretto, utilissimo per la sua crescita, perché Telemaco viene a conoscere suo padre “nella scia” delle imprese che lo hanno reso famoso ed hanno generato verso di lui l’affetto di chi l’ha conosciuto. Telemaco percepisce la presenza del padre più nel ricordo delle persone che accosta durante la sua peregrinazione che nella casa che è frutto delle fatiche di Ulisse.

Una lontananza lunga quella di Ulisse: 20 anni senza re. Quanto contava la monarchia, allora? Quanto la società stava cambiando e, pur mantenendo il ricordo di antichi principi, stava virando verso forme di aristocrazia sempre più forti?


Un finale “provocatorio”
Una marea di personaggi, tantissimi luoghi, dei che intervengono di persona e sotto mentite spoglie. Immergersi nell’Odissea è entrare in un mondo vivo in cui le didascalie (chi è chi, chi ha fatto che cosa e perché…) non ci sono. Un effetto straniante.
Che, se volete, è lo stesso che all’inizio “uccide” il lettore de I Malavoglia di Verga (o, parafrasando nell’attualità, rende difficile seguire le puntate de Il Grande Fratello in TV quando si presentano all’inizio i nuovi protagonisti). Ma la lettura integrale consente di “entrare nel villaggio”, condividere la storia e aver sempre meno bisogno delle didascalie.
Lo vedremo già dalla prossima sezione di canti.


La citazione
«La Legge della parola è la Legge del riconoscimento dell'Altro di cui si nutre la vita umana. Affinché la mia esistenza abbia un senso, affinché possa costituirsi come umana non necessita solo del pane ma del lievito del desiderio dell'Altro. In questo senso la vita del "parlessere" è appello, domanda d'amore rivolta all'Altro, domanda di essere qualcosa per il desiderio dell'Altro. Se questo lievito manca la vita cade nel non-senso, diventa vita senza vita, vita spenta.»
Recalcati M., Il complesso di Telemaco, Feltrinelli, Milano 2013, p. 33





lunedì 27 novembre 2017

I Proci hanno rovesciato ogni Legge

«I Proci hanno rovesciato ogni Legge; anziché portare doni alla regina che corteggiavano, essi consumavano in gozzoviglie i beni di Odisseo. Essi erano colpevoli di prevaricazione, di hybris: avevano varcato i limiti entro ci erano stati collocati dalla sorte e dalla vita. Avevano sconfinato. Avevano invaso la casa del re, ne sperperavano i beni, abusavano delle sue ancelle, ne insidiavano la moglie, attentavano alla cita di suo figlio, imponevano il loro volere all'aedo, sobillavano i servi, aggredivano ospiti e stranieri. (...) Il poeta fa loro calpestare le leggi dell'ospitalità, che era un cardine della società greca. Essi offendono Zeus, l'ospitale.»

Privitera G.A.., Il ritorno del guerriero. Lettura dell'Odissea, Einaudi, Torino 2005, pp. 236-238. 

Sceglieremmo per primo...

«Se ai mortali fosse possibile scegliere tutto da sé, 
sceglieremmo per primo il dì del ritorno del padre.» 
Odissea XVI 148-149 (trad. G.A. Privitera)

«Al centro di Telemaco»

«Al centro di Telemaco è sempre il padre. In nessun'altra opera greca arcaica o classica il rapporto che lega un figlio al padre è stato rappresentato con la stessa sensibilità.»

Privitera G.A.., Il ritorno del guerriero. Lettura dell'Odissea, Einaudi, Torino 2005, p. 64 

venerdì 3 novembre 2017

La bibliografia per il nostro percorso

Oltre al testo utilizzato per la lettura ed il commento, questi possono essere ulteriori riferimenti interessanti per un proprio approfondimento:


  • Andreae B., L'immagine di Ulisse: mito e archeologia, Torino, Einaudi, 1983
  • Arrighetti G., Cosmologia mitica di Omero e di Esiodo, in Studi Classici e Orientali 15 (1966)
  • Assunto R., Il paesaggio come oggetto estetico e la relazione dell’uomo con la natura, in «Il Verri» 29 (1968), pp. 5-17
  • Boitani P., L’ombra di Ulisse, Il Mulino, Bologna 1992 
  • Boitani P., Sulle orme di Odisseo, Il Mulino, Bologna 2007
  • Calvino I., I livelli della realtà in letteratura, in Id., Una pietra sopra. Discorsi di letteratura e società, Mondadori Milano, 1995
  • Campbell J., L’eroe dai mille volti, Feltrinelli, Milano 1984
  • Citati P., La mente colorata – Odisseo e l’Odissea, Mondadori, Milano 2002
  • Hartog F., Memoria di Odisseo – Racconti sulla frontiera nell’antica Grecia, Einaudi, Torino 2002
  • Leed E. J., La mente del viaggiatore. Dall’Odissea al turismo globale, Il Mulino, Bologna 1992
  • Malerba L., Itaca per sempre, Mondadori, Milano 1997
  • Montanari F., Lettura dell’eroe Odisseo. La guerra e il ritorno, la lotta e la riconquista, in Odisseo: archeologia dell’uomo moderno, a cura di Boitani P. e Ambrosini R., Bulzoni Editore, Roma 1998
  • Omero, Odissea, traduzione italiana di G. Aurelio Privitera, commento di A. Heubeck, S. West, J.B. Hainsworth, A. Hoekstra, J. Russo, M. Fernadez-Galiano, Fondazione Lorenzo Valla, Milano 1981- 1986
  • Omero, Odissea, traduzione italiana di R. Calzecchi Onesti, Einaudi, Torino 1963 
  • Omero, Odissea, traduzione italiana di E. Cetrangolo, Rizzoli, Milano 1988
  • Omero, Odissea, traduzione italiana in prosa di M.G. Ciani con commento di E. Avezzù, Marsilio, Venezia 1987-1990
  • Privitera G.A., Il ritorno del guerriero – Lettura dell’Odissea, Giulio Einaudi Editore, Torino 2005 
  • Pucci P., L’io e l’altro nel racconto di Odisseo sui Ciclopi, in «Studi Italiani di Filologia Classica» 86, 1993, p. 26-46
  • Zambarbieri M., L’Odissea com’è. Lettura critica, vol. I (canti I-XII) e vol. II (canti XIII-XXIV), LED Edizioni Universitarie di Lettere Economia Diritto, Milano 2002-2004 

giovedì 2 novembre 2017

Non per “coazione a viaggiare”...


«Questo ripartire, questo nuovo viaggio è legato ancora all’ira di Posidone, è per placare l’ira del dio e raggiungere la pacificazione con gli dei (e non per “coazione a viaggiare” e volontà di conoscere) che Odisseo riparte: è una conseguenza che rientra perfettamente nella struttura dell’Odissea

Montanari F., Lettura dell’eroe Odisseo. La guerra e il ritorno, la lotta e la riconquista, in Odisseo: archeologia dell’uomo moderno, a cura di Boitani P. e Ambrosini R., Bulzoni Editore, Roma 1998 p. 71 

Riconquistare ciò che era suo...


«Lo scopo non è quello di conquistare un obiettivo straniero e un bottino, bensì di riconquistare ciò che era suo, riprendersi la propria casa, il regno e le ricchezze.»
Montanari F., Lettura dell’eroe Odisseo. La guerra e il ritorno, la lotta e la riconquista, in Odisseo: archeologia dell’uomo moderno, a cura di Boitani P. e Ambrosini R., Bulzoni Editore, Roma 1998 p. 72 

Iniziamo un percorso

La conoscenza del poema omerico come primo elemento per partire insieme alla scoperta del nostro protagonista.

Ulisse, cura anti apatia

Varrebbe la pena di leggere questo intervento di Alessandro d'Avenia , che rimescola attualità e passato. E lancia una proposta per un...